Rudolf Schlichter

    Rudolf Schlichter

    Feb. / Mar. 2013

    Rappresentante di spicco della Neue Sachlichkeit, Rudolf Schlichter (1890-1955), come Hermann Hesse, nasce Calw, una piccola città nel Württemberg.

    Schlichter inizia l’apprendistato come pittore decoratore a Stoccarda e prosegue la sua formazione come allievo di Hans Thoma e Wilhelm Trübner all’Accademia d’Arte di Karlsruhe.

    Ottiene i primi guadagni vendendo disegni pornografici con lo pseudonimo Udor Rédil e lavorando altresì come illustratore per periodici quali Arbeiter Illustrierte Zeitung (AIZ), Die Rote Fahne e Eulenspiegel.

    Nel 1920 Schlichter partecipa alla prima fiera dada di Berlino ed espone assieme a John Heartfield “L’Arcangelo Prussiano”, un’istallazione rappresentante un ufficiale militare con la testa di maiale sospesa al soffitto.
    Affiliato al partito comunista e al Novembergruppe, Schlichter fa della sua arte l’arma contro la borghesia e il militarismo.

    La Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività), in cui Schlichter confluisce, è il risultato di una scissione del 1922, allorquando un gruppo di artisti, tra cui Otto Dix, Conrad Felixmüller, Carlo Mense, Carl Hofer, Georg Schrimpf e Heinrich Maria Davringhausen, finiscono per deridere il Novembergruppe perchè depoliticizzato e fondano a loro volta un nuovo movimento
    artistico, che esporrà alla Kunsthalle di Mannheim. Lo Schlichter dell’epoca è realista e i suoi lavori di quel periodo, tra cui i ritratti di Karola Neher, dell’amico Bertold Brecht e la prostituta Margot (soggetto da lui spesso
    ritratto) sono considerati tra le maggiori opere rappresentative del movimento.

    Con l’avvento del Nazismo, le opere di Schlichter sono esposte nell’infamante mostra dell’arte degenerata. La sua autobiografia, in 2 volumi (“La pelle ribelle” e “Fiumi d’argilla”), è messa all’indice a causa della sua tendenza
    erotico-perversa e l’artista finisce in prigione con l’accusa di lenocinio.

    Schlichter muore a Monaco il 3 maggio del 1955.

    Le sue opere, tutt’ora esposte al Märkisches Museo di Berlino, raffigurano soggetti che spaziano dalle città alle scene di strada, dalla subcultura bohémien ai ritratti, senza dimenticare le scene erotiche, in un interesse dell’artista per gli stivali abbottonati, i giochi bondage, le prostitute e il masochismo.